Ricordi della pandemia : insanabile ottimismo

Ma la newsletter si scrive all’inizio del mese o alla fine, come un diario? Secondo me alla fine. Questo mese appena trascorso è stato il mese del Coronavirus, non che ne siamo venuti fuori, ma è stato l’inizio dell’incertezza, di un po’ (magari a tratti tanta), confusione…
Per esempio sul cosa fare al dormitorio: teniamo aperto o chiudiamo? Continuiamo a prendere gente o aspettiamo che chi è dentro termini il suo periodo e un po’ alla volta se ne vanno? Ma non solo. Cosa fare con in nostri anziani che una volta si e l’altra pure finiscono al pronto soccorso per le cause più svariate che non hanno nulla a che fare con il Coronavirus? Ce li portiamo o non ce li portiamo al pronto soccorso? Con il rischio che loro si aggravino e chi ce li porta s’infetti? Dopo un primo momento di smarrimento, al pensiero (angosciante) che alla fine sono sempre i più poveri ad avere la peggio, abbiamo deciso di continuare a prendere la gente al dormitorio e magari dare loro anche una piccola cena, perché non sempre ce la fanno ad andare alle mense e poi di questi tempi correva anche voce che le mense avrebbero chiuso. Per quanto riguarda il pronto soccorso che per la maggior parte dei nostri anziani, senza documenti, con poca memoria di se, fragili fino all’inverosimile, è l’unico modo di ricevere attenzioni sanitarie (e loro che risiedono a Casa Betania vanno sempre a finire al pronto soccorso di Desio, e per la mia esperienza di quel luogo posso dire che di solito vengono accuditi con una professionalità e con una cura piena di empatia che ogni volta mi stupisce e finisco sempre col pensare che fra infermieri e medici devono esserci un bel po’ di santi)…insomma confesso che con un po’ di apprensione (sono anziana anch’io) ce li ho continuati a portare ogni volta che è stato necessario e me li sono andati a riprendere, insieme al mio inseparabile Giannino che, se non ci fosse, il buon Dio avrebbe dovuto comunque inventarlo perché non ne posso fare a meno.
Questo non significa che siamo imprudenti (ci laviamo le mani, cerchiamo di non starnutirci in faccia, disinfettiamo le superfici, parliamo a una debita distanza), ma come si fa a non accogliere i poveri? A non farli curare? Insomma caro Coronavirus non siamo soltanto noi a dover fare i conti con te! Come tutte le cose sconosciute puoi spaventarci, prenderci di sorpresa, ma non hai idea di quali e quante risorse le situazioni di emergenza riescono a suscitare per via del nostro (quello si) insanabile ottimismo …forza Italia, forza Mondo!